L'istituto — Stephen King

Una grande storia, raccontata dai giusti punti di vista

Una lettura di Natale che mi ha rapito. Me lo sono divorato in tre giorni circa con un rush finale alle 2 di notte. Mi sono alzato dalla sedia con il collo che chiedeva pietà.

Un acquisto inaspettato

L’incipit mi ha stregato fin da subito, come per altre storie di King che ho letto. Lui scrive storie strampalate, surreali e che comunque—forse per miracolo—funzionano. Attirano subito la curiosità del mal capitato che ha la sciagura di leggere l’aletta anteriore. Ti fa subito pensare: “Ma che cazzzzz?”.

Non avevo in programma di comprare altri libri fisici quest’anno che non fossero manuali—più comodi da spulciare. Volevo riprovare la sensazione di leggere un libro in libro e inchiostro invece che sul Kindle.

Che dire, mi mancava ma mi sa che per libri così grandi prenderò una pausa bella lunga. Se il libro è piccolo ok, altrimenti via di inchiostro digitale che pesa una frazione, non serve tenere ferme le pagine e i libri costano almeno la metà.

Ci voleva

Per me questo libro è stata una boccata d’aria fresca, anche se piena di scene abbastanza crude sono riuscito a staccare e vivere qualcosa di completamente diverso.

È da un po’ che sto leggendo mattoni fantasy che restituiscono immagini sempre particolari. Che poi hanno capitoli infiniti e spesso richiedono anche l’assimilazione di concetti lontani dalla nostra realtà. È il mio genere preferito—il fantasy—ma in questo periodo uno stacco netto ci stava proprio.

Bene, detto questo, ho una pila infinita di libri lasciati indietro che voglio recuperare. Dio dei libri, aiutami tu!

In generale

Il libro non mi ha mai lasciato l’amaro in bocca come lettore. Tutte le scene che mi sono ritrovato a vivere assieme a Luke o Tim sono state belle piene.

Inizio, svolgimento e fine non sono mai state pesanti o inutili. King ha sempre cercato di aggiungere nuovi elementi e spunti interessanti alla trama.

Impressionante la quantità di dettagli su argomenti che, a meno di una passione prepotente, non si ha l’occasione di sentir parlare.

La storia non lascia niente in sospeso e chiude tutti i cerchi. Questo é un grande più per me.

È comunque un libro di circa 550 pagine, quindi vi terrà sotto scacco per diverso tempo—a meno che non sia pazzi come me o non siate iper mega veloci nella lettura.

King non si lascia certo mancare riferimenti a sfondo politico, li inserisce ogni volta che può. C’è stata solo una volta che l’ho percepito come forzato, era troppo cacciato dentro nel dialogo a forza. Lui ha sempre usato i suoi libri anche come denuncia per una società che spesso va in direzione opposta al suo pensiero. Non faccio fatica a biasimarlo, in America succedono tante di quelle cose senza senso che se fossi un autore come lui farei lo stesso.

Ho imparato molto dal suo modo di scrivere e credo proprio gli ruberò qualche idea su come strutturare un libro.

Fa riflettere

Non è un trattato di filosofia, é fatto per il grande pubblico e ci sono molti momenti ignorantissimi.

Però gli argomenti di fondo—a volte anche non troppo di fondo—mi hanno fatto riflettere. Non vi scrivo quali siano perché potrebbe essere spoiler, ma sono temi decisamente importanti.

Vi chiedo solo: “Qual è il limite?”.

Ve lo consiglio?

Si.

Ma state attenti, non è leggero come Stranger Things, anche se le sue tematiche potrebbero ricordarlo molto. Immagino che molti di voi che passano in libreria devono averlo preso su e pensato “deve proprio essersi ispirato a Stranger Things! Non male!”. Si caro lettore, ma tieni presente che è una versione decisamente più brutale, con un sacco di scene violente in cui dei minori non se la passano proprio bene. È un continuo lungo tutto il libro. Quindi occhio, se questo tipo di argomenti vi urta, non vi consiglio acquistarlo.

Il ritmo è incalzante, la storia è carina e si prende i suoi tempi. Ci sono molte scene che sono utili al solo fine di mostrare chi sono i personaggi, come sono fatti i luoghi e la sensazione che vuole trasmettere il racconto.

Se lo prendete non fate assolutamente un brutto affare.

Consiglio il formato digitale, dopo un po’ potrebbe pesare. L’edizione che ho preso—Pickwick economica—ha la carta resistente ma molla, non rigida, che da una bella sensazione. Ultimamente trovo sempre più libri di fascia economica che hanno questa caratteristica, danno molta soddisfazione alla mano.

Cosa ne pensi?

L’hai letto? Lo stai per leggere? Ti intriga?

Fammelo sapere!

Voto

4/5

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